Partiamo col dire che non sono assolutamente contrario alle criptovalute cosi come ad ogni tipo di investimento.
L’importante pero’ è:
- capire in cosa stiamo investendo
- quali aspettative possiamo avere
- quanta parte del patrimonio dedicargli
Ci tengo ugualmente a ricordarvi che le attività legate alle criptomonete sono normalmente molto rischiose e possono in alcuni casi comportare la perdita integrale delle somme impiegate.
Oltre al rischio di perdite a causa di malfunzionamenti, attacchi informatici o smarrimento delle credenziali di accesso ai portafogli elettronici, cresce anche il rischio delle truffe.
Il mio consiglio è quello di diffidare sempre da chi promette guadagni certi o assicura benefici economici.
Si tratta di attività infatti altamente speculative e dunque rischiose, per le quali è richiesta una elevata conoscenza!
Come fare allora?
Nell’approcciare un investimento, piuttosto che cercare le risposte a tutti i vostri dubbi è doveroso porsi le giuste domande!
Investire perché lo fanno gli altri, perché l’ha detto la televisione o perché ad intuito è una cosa che può andare bene, è totalmente errato, anche qualora otterrete un risultato positivo, sarà solo frutto della fortuna e non di una scelta ponderata.
Quando si valuta un investimento, dopo averlo compreso, va pesato all’interno della propria strategia a seconda del suo rapporto rischio/ rendimento, ottenere il 5% di rendimento e rischiarne il 25% è diverso dall’ottenere il 4% con un rischio pari a 15%.
Il successo negli investimenti è dato in gran parte dal nostro comportamento e non dallo scovare la “gallina dalle uova d’oro”.
Per capire meglio questo aspetto voglio portarvi un esempio reale, quella di uno dei fondi d’investimento migliori della storia, il Magellan Fund.
Nell’arco di 13 anni di attività, la sapiente gestione di Peter Lynch era stata in grado di ottenere una performance media annua del 29%.
Un risultato eccezionale, probabilmente irripetibile, specialmente ai giorni nostri che, tuttavia, non si rifletté in molti dei portafogli dei sottoscrittori.
Perché?
Purtroppo in tanti, spinti dal tam tam mediatico e sull’onda delle performance passate, entrarono nel fondo nei momenti di massima ascesa, quando era sulla bocca di tutti ormai, comprando dunque ai massimi di mercato.
Ovviamente il fondo aveva la sua naturale volatilità (oscillazione), anche piuttosto marcata, per poter mettere a segno quei risultati, e la maggior parte degli investitori non sopportando questo aspetto, vendettero nelle fasi di fisiologica discesa del fondo.
Ebbene, giusto per darvi un ordine di idea, il 50% di quanti investirono in questo fondo in quel periodo, finirono per perdere i loro soldi, nonostante fosse il miglior fondo d’investimento internazionale di quegli anni.
Farsi guidare solo dalla ricerca del rendimento vi manderà fuori strada!